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Omelia di Mons. Filippo Tucci in occasione della consacrazione del Procuratore di S. Rocco

TESTO INTEGRALE DELL’OMELIA TENUTA DA MONS. FILIPPO TUCCI IN OCCASIANE DELLA CONSACRAZIONE DEL PROCURATORE COSTANTINO DE BELLIS ALLA PRESENZA DEI SACERDOTI E DEI GRUPPI ADERENTI IN ITALIA E IN EUROPA

Incontrando oggi questa moltitudine di fedeli, devoti di San Rocco, per essere insiemi in un giorno di preghiera, un giorno così importante.
La preghiera ha questo significato e valore nella nostra vita, eccoci qui riuniti in preghiera, allora a voi con le parole dell’apostolo Paolo ai Filippesi in questo anno dedicato a lui, vi saluto prendendo a prestito le sue parole, e dicendo ringrazio il mio Dio ogni volta io mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo.
È giusto che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, perché fate parte di questa grande associazione, perché amate Dio e i suoi santi, amate San Rocco e così vi impegnate nella difesa e nel consolidamento del Vangelo, dice ancora Paolo, infatti Dio ne è testimone del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù e perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento perché possiate distinguere sempre meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù a gloria e lode di Dio.
Nello stringerci intorno al nostro Santo, vogliamo ora accogliere il suo insegnamento e la sua testimonianza, rifacendoci alla parola proclamata, esprimendo così la nostra devozione verso San Rocco e volendo imitarlo nelle sue virtù e per mezzo di lui incontrare ed accostarci a Cristo, parola vivente del Padre.
Come vorrei miei cari che io e voi avessimo dimestichezza con la parola di Dio, perché dice San Girolamo, il grande dottore della Chiesa: “Se Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza, ignorare le scritture significa ignorare Cristo”.
La Chiesa, come madre e maestra, guida i suoi figli ad accogliere con fede la parola di Dio e proprio domani 26 ottobre, aldilà di questa nostra giornata di preghiera, anche per questo scopo particolare, si chiuderà il Sinodo dei Vescovi che ha lavorato sotto la giuda del Papa sul tema: “La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.
Il Sinodo dei Vescovi ha voluto approfondire le ragioni dottrinali che possono illuminare e sollecitare l’impegno ad estendere e rapportare l’incontro con la parola, come fonte di vita nei diversi ambienti sociali, e proporre così ad ogni cristiano e ad ogni persona di buona volontà le vie giuste e sicure per ascoltare Dio stesso e parlare con Lui, sì miei cari, parliamo con Lui.
Il profeta Isaia, nella prima lettura, ci ricorda come sia importante mettere in un atteggiamento di sincera conversione e di condivisione dei beni terreni con dei propri fratelli.
Nelle parole del profeta ritroviamo l’impegno autentico di San Rocco che ha diviso il pane con l’affamato, ha vestito uno che era nudo, ha soccorso e curato chi era ammalato.
La parola accolta con fede da San Rocco è diventata in lui preghiera e testimonianza di vera carità, come dice il profeta, la sua luce brilla come l’aurora, brilla tra le tenebre, egli compare dinanzi a Dio ricco di meriti e di opere buone.
Il pellegrino della carità ha incarnato nella sua vita la parola di Gesù, quella parola che c’è stata ricordata ora nel Vangelo: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, mi hai dato da bere, nudo mi hai vestito, malato mi hai curato, cercato, oppresso, carcerato, isolato, sei venuto a trovarmi e ciò che hai fatto a uno di questi fratelli più piccoli, lo hai fatto a me”.
Vedete miei cari, io rimango sempre molto colpito da questa ultima parola del Vangelo, Gesù non dice come se l’avessi fatto a me ma dice, questi miei fratelli più piccoli a cui tu hai fatto tutto questo lo hai fatto a me, Gesù è presente in questi nostri fratelli.
Cari pellegrini, Amici di San Rocco, come possiamo dirci veramente suoi amici se non cerchiamo con tutto il nostro impegno di ricalcare gli esempi e la testimonianza del pellegrino della carità?
San Rocco, si fa pellegrino per venire a pregare sulle tombe degli apostoli e noi oggi siamo venuti qui a Roma, al centro della cristianità, per pregare tutti insieme; quale bella testimonianza voi ci date, quale importanza, quale significato, quale valore deve avere la preghiera nella nostra vita, per imitare la fede di San Rocco dobbiamo anche noi alimentare la nostra fede con la preghiera. Con la preghiera, come lui ci insegna e facendo crescere la nostra fede, di conseguenza saremo ancora portati ad unirci sempre più al Signore con la nostra devota preghiera.
Questo diventa alimento per la nostra vita spirituale e ci guiderà alla testimonianza della carità come San Rocco, che praticando l’insegnamento dell’apostolo Paolo si è fatto tutto a tutti, egli dona i suoi beni terreni ai poveri e pellegrino della carità cura gli ammalati, assiste, conforta i moribondi e nello spirito di povertà aiuta i poveri donando quello che egli ha raccolto nella sua vita povera.
Un tale servizio d’amore è praticato da San Rocco nell’umiltà, nel silenzio, nella preghiera, inoltre il nostro santo, condivide con Cristo, in quella grotta, il mistero della croce insieme a tanti fratelli che hanno accettato di accogliere la croce di Gesù.
Anche lui accetta la prova, la sofferenza, il dolore mettendo la sua fiducia nel Signore e attendendo l’intercessione della Vergine Madre Celeste.
Desideriamo anche noi, oggi, di chiedere a San Rocco la sua intercessione, il suo aiuto, il suo sostegno per praticare la vera carità verso il Padre e verso i fratelli e per abbandonarci fiduciosamente alla volontà del Padre buono e misericordioso che anche nelle prove della vita vuole solo ed esclusivamente il bene dei suoi figli. Proprio in quel momento della prova, il Signore ci ama di più, perché Lui, come ci ha ricordato l’apostolo Giovanni nella seconda lettura: “E’ amore in assoluto” Dio è amore, è Lui che ci ha amato per primo, che ci ha donato il suo figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati, se Dio ci ha amati anche noi dobbiamo amarci gli uni e gli altri.
Ma miei cari, amore è dono, amore è ricerca del bene dell’altro, ciò significa rispetto per la dignità di ogni persona e impegno di condivisione.
Non possiamo allora abbandonarci alla critica, alla mormorazione, alle divisioni tra di noi, come è facile denigrare una persona, forse nella nostra associazione che ci vuole tutti qui raccolti oggi e ci vede essere uniti come associazione Europea; può esserci anche diversità di opinioni ma tutti dobbiamo ritrovarci concordi e inanimi nella carità fraterna.
Se oggi siamo qui convenuti dal nord e dal sud dell’Italia e alcuni dall’Europa c’è una rappresentanza anche dalla Spagna, il merito va agli organizzatori che con disponibilità e spirito di servizio si sono prodigati per la buona riuscita dell’incontro. Dobbiamo pertanto dire loro il nostro grazie riconoscente, grazie, ma in particolare lasciatemi dire miei cari, in questo, direi, modo di dialogare così fraternamente tra di noi, dire un particolare grazia al nostro Procuratore, al Procuratore dell’associazione Costantino De Bellis, avendo egli donato la sua vita al Signore nel ricalcare le orme di San Rocco, vive la sua vita desiderosa di conformarsi alla volontà di Dio, nell’obbedienza la Madre Chiesa e nell’insegnamento della povertà evangelica per vivere nello stile della sobrietà e ancora libera da ogni legame terreno, praticare la castità a imitazione del giovane santo di Montpellier, fino ad essere disponibile in tutto all’associazione.
Per questo oggi aldilà di ogni colma di ufficialità, dal momento miei cari spetta al magistero e all’autorità dei Vescovi, accogliere ed approvare la consacrazione della propria vita al Signore, il nostro Procuratore pronunzia ora in forma privata e personale il voto di obbedienza, di povertà e di castità e con gioia intende farlo conoscere in fraterna amicizia e carità agli Amici di San Rocco, quale suo scelta di vita, perché tutti possano offrire al Signore il proprio impegno nello stato di vita personale, donandosi a Lui per la salvezza del mondo.



Avvertiamo tutti con ansia quanto sia necessario rinnovare l’odierna società e il mondo in cui viviamo, l’impegno che deve emergere da questa giornata di fraterno incontro e di preghiera sia quello di mettere in pratica quanto la parola di Dio ci ha comunicato e sorretti e confortati dal pane di vita: l’Eucarestia, che tra poco riceveremo, possa veramente alimentare in noi una figura ponte di spiritualità nel rapporto personale con Gesù, con un devozione verso la Madre Celeste e verso il nostro santo patrono e protettore San Rocco.
Per sperimentare in tal modo, l’amore di Dio Padre, che nella potenza dello Spirito possa trasformare le nostra vita impegnandoci nella carità fraterna per annunziare e testimoniare a tutti la grandezza e l’amore di Dio.
Amen.




Mons. Filippo Tucci

 
 
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