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Catechesi Convegno Roma 12 ottobre 2013

Cari amici e fratelli
Il nostro convenire oggi qui anche se ci porta a vivere un giorno di festa nel comune amore verso il nostro amico San Rocco, è velato da un sentimento di tristezza per l’assenza del nostro amato Vescovo Mons. Pietro Farina che oggi doveva essere qui con noi a celebrare insieme a Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Matteo Zuppi, che saluto e ringrazio per la sua presenza in mezzo a noi oggi. Non ce ne voglia a male, Eccellenza, ma non potevo non rivolgere in questo giorno il mio primo pensiero a colui che dal 2004 è stato il Pastore dell’Associazione Europea Amici di San Rocco e la mia guida personale insieme a mons. Filippo Tucci. Al Vescovo che ha creduto da subito nel valore del nostro cammino e giorno dopo giorno si è innamorato sempre più di San Rocco e del carisma che ha caratterizzato la sua vita terrena: la cura dei malati e l’amore incondizionato verso i bisognosi e gli indigenti, e che ha incoraggiato il cammino dell’Associazione Amici di San Rocco.
Pensando alla bontà, alla dolcezza del nostro Vescovo, alla gioia che aveva nel cuore e trasmetteva a chiunque lo avvicinasse, e ai giorni trascorsi personalmente con lui, per questo mio pensiero di riflessione oggi ho preso spunto da un monito di Sua Santità Papa Francesco I di qualche giorno fa: “Lasciamoci amare dalla tenerezza di Dio, è difficile ma è quanto dobbiamo chiedere a Dio”.
La tenerezza di Dio……. che cos’è la tenerezza se non un sentimento profondo col quale vogliamo comunicare l’intensità e la delicatezza del nostro amore verso le altre persone? Nella Bibbia sono tanti i momenti in cui Dio mostra la sua tenerezza: i Profeti, i Salmi, la Sapienza, gli stessi libri storici non fanno che proclamare la bontà e la tenerezza di Dio. “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Sal.145). E cos’è la storia umana di Gesù se non una storia d’amore e tenerezza verso l’uomo caduto nel peccato? Penso che nella misura con cui noi, nella vita, possiamo usufruire e godere di una tenerezza umana, così possiamo lasciarci attrarre dalla tenerezza di Dio. Spesso l’uomo vede questo sentimento di Dio come astratto, lontano, perché pensa e vede Dio lontano e quindi non legge i segni della presenza di Dio nella sua storia. Ma perché può accadere una simile cosa in noi? Perché ci manca la fede! E’ la fede che permette di riconoscere l’opera di Dio in tutte le cose, anche le più insignificanti. Credere è affidarsi in tutta libertà e con gioia al disegno provvidenziale di Dio sulla storia, come fece il patriarca Abramo, come fece Maria di Nazareth. La fede allora è un assenso con cui la nostra mente e il nostro cuore dicono il loro sì a Dio. Ecco perché Gesù ringrazia il Padre che ha “nascosto queste cose ai potenti e le ha invece rivelate ai piccoli”. Bisogna farsi piccoli per vedere la presenza di Dio nella storia, e ai bambini, una parte debole della società Gesù dice: “Lasciate che i bambini vengano a me, a loro infatti appartiene il Regno di Dio”. Gesù invita ad un ritorno all’innocenza, perché l’innocenza è lo specchio del volto di Dio presente in Gesù. Mons. Pietro Farina aveva una grande speranza: riportare la Chiesa a d essere la stella polare della società moderna attraverso un riavvicinamento alla gente comune. Per fare questo mi diceva sempre di curare la genuina e sana pietà popolare che porta l’uomo a Dio.
Gesù ci ha amato tanto non con le parole ma con le opere e con la sua vita. Sua Santità ce lo ripete spesso nelle sue catechesi: Il Signore ci ama con tenerezza, si avvicina e ci dà quell’amore con tenerezza. Come noi possiamo restituire tutto questo amore al Signore? Senza dubbio “amandolo”, “farsi vicini a Lui”, “teneri con Lui” ma questo non basta: più difficile che amare Dio è lasciarsi amare da Lui. Il modo per ridare tanto amore è aprire il cuore e lasciarci amare. Lasciare che Lui si faccia vicino a noi, lasciare che Lui si faccia tenero, ci carezzi. Questa è la cosa difficile: lasciarci amare da Lui. E’ questo quello che oggi dobbiamo chiedere in questa Messa: Signore io voglio amarti, ma insegnami a lasciarmi amare da te, di sentirti vicino, di sentirti tenero!

Viva San Rocco
 
 
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