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Riflessione spirituale - Collelongo 04 giugno 2011-

CONVEGNO EUROPEO

AMICI DI SAN ROCCO

COLLELONGO (AQ) 04 GIUGNO 2011

RIFLESSIONE SPIRITUALE

Amici carissimi e pellegrini
oggi siamo qui riuniti nel nome del Signore per celebrare nella comunità di Collelongo, con la presenza del Pastore particolare di questa chiesa diocesana di Avezzano, Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Pietro Santoro, questa Eucaristia in onore di San Rocco, il Santo Taumaturgo invocato contro le malattie incurabili del nostro tempo. Nel ricordo di San Rocco, oggi da lui possiamo imparare ad avere dinanzi ai nostri occhi e nel nostro cuore, la figura di Cristo, da cui attingiamo felicità, amore e verità. Solo Cristo è la via, la vita, la nostra pace. Nella liturgia della Parola che ora andremo a celebrare, chiederemo al Signore che ci custodisca con costante pietà affinché ci liberi da ogni male dell’anima e del corpo, imitando San Rocco nella testimonianza della carità verso i fratelli, quali pellegrini in questa vita verso la casa del Padre. Il Vangelo propone lo specifico richiamo alla carità e su questo impegno saremo giudicati: “Tutto ciò che avete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” dice Gesù. San Rocco aveva ben intuito questa parola di Gesù ecco perché si fece pellegrino, pronto a testimoniare la carità verso i fratelli.
I poveri, i sofferenti, gli ammalati hanno visto, in lui, il volto di Gesù. A chi ha fame San Rocco dona le sue ricchezze e i suoi beni terreni. A chi soffre rivolge parole di conforto e di luce. Chi è malato cura con impegno ed amore.
Ogni amore umano è domanda di “incarnazione”, di attesa del Figlio di Dio che, per un prodigio di carità, si assuma il nostro patire e il nostro morire e ci apra la strada della risurrezione. Quando San Rocco si chinava con tenerezza a lenire i corpi appestati e le anime doloranti che incontrava lungo la strada, ci viene spontaneo pensare che San Rocco si piegava su Cristo che veniva a lui nelle vesti del sofferente. Doppia e misteriosa liturgia: il povero vede Cristo venire a lui sotto le specie di colui che lo soccorre, e il benefattore vede apparire nel povero il Cristo sofferente, sul quale egli si china. “Tutto quel che facciamo lo facciamo per Gesù. Le nostre vite non hanno alcun senso, alcuna motivazione all’infuori di Lui, che ci ama fino in fondo. Gesù solo è la spiegazione della nostra vita”. Sentire queste parole e capire che esse parlano in maniera assolutamente personalizzata di ogni singolo povero incontrato e soccorso, è l’affascinante segreto della carità cristiana.
Quanto attuale sarebbe oggi per tutti noi l’esempio di San Rocco, in questo mondo che si lascia travolgere da tutto ciò che è materiale e fugace trascurando invece lo spirito che è l’essenza vera dell’uomo. Come ci ricordava il Beato Giovanni Paolo II l’uomo è chiamato ad essere “Sentinella del mattino” per portare l’annuncio della speranza e della salvezza a tutti i fratelli attraverso la testimonianza di vita.
San Rocco è stato “sentinella del mattino”, ha messo in pratica con generosità e con gioia il comandamento dell’amore in Cristo, si è donato incondizionatamente al Padre e ai fratelli. Tutti noi amici e devoti di San Rocco, dobbiamo raccogliere questo insegnamento ed essere in famiglia, nel posto di lavoro o di studio, nella Chiesa e nella società portatori di amore e di speranza perché Cristo sia tutto in tutti e tutti arrivino alla conoscenza e alla salvezza eterna.

Viva San Rocco
 
 
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